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Napoli: a Scampia si “ripensa l’educazione” partendo dalle fiabe

la locandina dell'evento

Il 23 novembre alle 16.30, alla Biblioteca di Scampia di via Ghisleri, si terrà l’incontro-dibattito “Ripensare l’educazione. Dalla fiaba alla testimonianza: il potere educativo del racconto“. Ricco il parterre di scrittori, educatori e esponenti delle istituzioni che parteciperanno alla tavola rotonda inserita nell’ambito della kermesse Scampia Storytelling.

Scampia Storytelling è patrocinato dal Comune di Napoli e dal Consiglio Regionale della Campania. Il festival di letteratura per ragazzi si propone di costruire una rete di storie e racconti per favorire l’incontro tra centro e periferia. «Abbiamo scelto di partire da Scampia perché noi scrittori siamo portatori sani di fantasia e non possiamo fare a meno di immaginare orizzonti nuovi, perfino dove nessuno riesce a intravvederli» afferma l’organizzatrice Rosa Tiziana Bruno. Il progetto, già rientrato nel 2014 tra le iniziative della Settimana UNESCO di Educazione allo Sviluppo Sostenibile, è ormai una realtà permanente nel panorama delle iniziative per i ragazzi.

Al suo interno, l’incontro “Ripensare l’educazione” mette a confronto insegnanti, ragazzi, istituzioni, giornalisti e autori. Un titolo ambizioso per un concetto tendenzialmente semplice, quasi banale: il racconto come unità base della crescita e dell’educazione del minore.

L’incontro vuole essere un momento di confronto con insegnanti, dirigenti scolastici, educatori e genitori. Come sono cambiate scuola e famiglia? Quali sono le difficoltà dell’educare oggi? Che cosa fare concretamente? È possibile fare formazione con la letteratura per ragazzi?

Secondo gli scrittori dell’ICWA la narrazione è un’opportunità di conoscenza e di formazione e quindi di riscatto dall’oppressione del crimine e dagli stereotipi. Grazie alla narrazione, Scampia può diventare un simbolo di rinascita per tutti.

Sarà anche quest’anno un momento festoso, in compagnia di libri e storie. «Siamo convinti che la lettura debba essere sempre più diffusa, specialmente là dove stenta ad arrivare perché sopraffatta dal disagio economico e sociale» sottolinea Rosa Tiziana Bruno.

Insegnare con la letteratura fiabesca

Sarà anche l’occasione per presentare il volume-guida “Insegnare con la letteratura fiabesca“, proprio a cura di Rosa Tiziana Bruno, anima e motore di questa manifestazione.

“È un progetto ampio e ambizioso – spiegano dal gruppo Raffaello che è editore di questa guida – che apre nuovi orizzonti educativi: si basa sulla dimensione emotiva dell’apprendimento, sulla capacità quindi di far leva sulla sfera emozionale del bambino-ragazzo attraverso la fiaba, che da sempre è strumento privilegiato per veicolare messaggi educativi, per poterla poi applicare a tutte le discipline del curriculum scolastico”.

“Negli incontri che Tiziana Bruno ha svolto fino adesso – continuano – abbiamo avuto modo di toccare con mano quanto la prospettiva offerta dalla guida sia una novità molto interessante”.

La Raffaello si dice “orgogliosa di contribuire, nel limite delle sue possibilità, al miglioramento della vita dei nostri ragazzi anche in territori complicati come a Scampia”.

Ulteriori informazioni al link sul sito ufficiale di Raffaello Scuola.

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Concorso scuola dell’infanzia e primaria: Radamante prepara il ricorso

Una bambina che va a scuola il primo giorno

Radamante, associazione europea, in seguito alla pubblicazione del bando in Gazzetta Ufficiale del Concorso straordinario per il reclutamento a tempo indeterminato di personale docente per la scuola dell’infanzia e primaria su posto comune e di sostegno, conferma i ricorsi per far accedere al concorso coloro che sono stati “tagliati fuori” dal Miur. In particolare, Radamante ha attivato il ricorso per la partecipazione al concorso riservato 2018 Diplomati Magistrale ante 2001/2002 senza anni di servizio o che, comunque, non possiedono le 2 annualità da 180 giorni come richieste dal bando.

Il bando richiede le due annualità di servizio prestate per almeno 180 giorni anche non continuativi o con servizio continuativo dal 1° febbraio fino agli scrutini finali presso scuole statali come requisito imprescindibile per la partecipazione al concorso riservato Primaria/Infanzia. Radamante è certa di poter allargare la partecipazione anche a quanti tale servizio non lo hanno mai prestato o lo hanno prestato solo parzialmente o non raggiungono i 180 giorni per due anni scolastici, puntando sul valore del diploma abilitante posseduto.

Il ricorso, presso il Tar del Lazio, mira a ottenere l’accesso al concorso riservato 2018 dei docenti abilitati con diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 senza i due anni di servizio richiesti come ulteriore requisito d’accesso. Sarà predisposto, inoltre, specifico ricorso per i docenti che siano risultati idonei ai precedenti concorsi o che abbiano usufruito del decreto “Salvaprecari” anche in uno solo degli anni scolastici dal 2009/2010 al 2011/2012.

RICORRI CON RADAMANTE: la scadenza per l’adesione al ricorso rivolto a quanti sono esclusi dal bando del concorso Primaria e Infanzia per mancanza dei requisiti di servizio e l’invio del modello cartaceo agli UU.SS.RR. e della documentazione per avviare il contenzioso è il prossimo 12 dicembre.

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Maltempo, il 20 novembre chiuse le scuole a Napoli

Palestre scolastiche

La Protezione civile della Regione Campania ha emanato un “avviso di allerta meteo idrogeologica ed idraulica” valevole a partire dalle ore 17 di oggi e fino alla stessa ora di domani martedì 20.

Per la zona 1 – che comprende la città di Napoli – l’allerta è di codice arancione e prevede “Precipitazioni diffuse, a carattere di rovescio e temporale, puntualmente di forte intensità. Vento localmente forte dai quadranti meridionali, con raffiche nei temporali. Mare localmente agitato, con possibili mareggiate lungo le coste esposte.”

Il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, con propria ordinanza, visto anche che gran parte delle alberature radicate sul territorio comunale hanno subito forti danni a seguito dell’eccezionale evento atmosferico del 29 ottobre e che sono ancora in corso le relative attività di verifica e messa in sicurezza degli alberi, ha disposto la chiusura per la sola giornata del 20 novembre di tutte le scuole cittadine pubbliche e private, compresi gli asili nido, di ogni ordine e grado.

L’Amministrazione comunale invita inoltre la cittadinanza a limitare la mobilità ai soli spostamenti strettamente necessari.

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Pubblicato decreto pensionamenti 2019, Anief: “Quota 100 non è risolutiva”

generica pallottoliere

Uno dei temi centrali della Legge di Bilancio è l’accesso anticipato alla pensione, reso ancora più impellente dall’ulteriore innalzamento dei requisiti d’accesso previsti con il nuovo anno: da settimane non si parla d’altro che delle modalità, che passano principalmente per quota 100, con 38 anni minimi di contributi e 62 di età, ma soprattutto delle conseguenti riduzioni dell’assegno nell’attuale sistema contributivo. Anief presenta emendamenti specifici in legge di Bilancio.

ANIEF continua a chiedere a gran voce di non introdurre ulteriori paletti, né di applicare decurtazioni ad un assegno pensionistico già di per sé ridotto dal calcolo in buona parte di tipo contributivo, anziché retributivo, e come tale meno conveniente per il lavoratore che lascia il lavoro. “L’età massima contributiva dovrebbe essere di 37 anni come in Europa, di meno per il personale docente della scuola, più a rischio d’insorgenza di patologie psico-fisiche”.

“Il Ministero dell’Istruzione – spiega Anief – ha pubblicato, in accordo con l’Inps, il decreto con la nota operativa 50647 relativa ai pensionamenti del personale della scuola dal 1° settembre 2019: per i lavoratori si tratta di un’ulteriore tegola, perché a causa dell’innalzamento dell’aspettativa di vita per l’accesso alla pensione di vecchiaia per uomini e donne (con almeno 20 anni di contributi) il nuovo requisito passa da 66 anni e 7 mesi a 67 anni entro il 31 dicembre 2019, mentre la pensione anticipata per le donne slitta a 42 anni e 3 mesi di anzianità contributiva e per gli uomini a 43 anni e 3 mesi di anzianità contributiva, in entrambi i casi sempre entro il 31 dicembre 2019″.

“Il governo giallo-verde ha confermato ‘opzione donna’ che continua a mantenere in vita l’art. 1 comma 9 della Legge 243/2004, il quale consente l’accesso alla pensione con 57 anni e 7 mesi di età anagrafica e 35 anni di anzianità contributiva, ma a condizione che il requisito di contribuzione sia stato maturato entro il 31 dicembre 2015 e quello anagrafico entro il 31 luglio 2016. In ogni caso, l’assegno di quiescenza verrà valutato interamente con il sistema contributivo, che quindi andrà a ridurre di oltre il 30% la somma assegnata qualora la lavoratrice dovesse lasciare il servizio con la pensione di vecchiaia”.

“La pubblicazione del decreto ha reso ancora più rilevante l’approvazione della controriforma Fornero, uno dei punti centrali della politica dell’attuale esecutivo. Il provvedimento, tuttavia, così come formulato, non appare risolutivo. Assieme a quota 100, che permetterebbe l’uscita anticipata anche a 62 anni, servono precise garanzie sul mantenimento dell’assegno completo. E non solo”.

Anief ha predisposto una serie di emendamenti al disegno di legge sul “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021” AC n. 1334. Le richieste del sindacato partono dall’inclusione dell’insegnamento tra le professioni caratterizzate dal particolare gravoso, che oggi danno diritto all’Ape cosiddetta Social. In pratica, si chiede un’integrazione al “pacchetto” composto da una quindicina di lavori con mansioni particolari, introdotto dal governo Gentiloni, finora considerato inamovibile.

All’interno dell’articolo 21 della manovra economica, inoltre, l’organizzazione autonoma chiede che “il carattere peculiare della professione docente rispetto alle altre professioni della Pubblica Amministrazione per il diffuso e gravoso stress psicofisico, unito all’attuale pesante gap generazionale tra docenti e discenti con il personale insegnante più vecchio del mondo”, preveda l’attivazione di “un’apposita finestra che permette l’accesso e la decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità secondo le regole previgenti la riforma cosiddetta “Fornero””. Per tali motivi, secondo il sindacato autonomo “risulta indispensabile allargare l’attuale finestra di pensione anticipata prevista soltanto per il personale dell’infanzia”.

Per gli stessi motivi, tutti gli insegnanti della scuola pubblica, oltre ai maestri d’infanzia, devono avere il diritto a beneficiare, a partire dal prossimo anno scolastico, dello status di operatori in ambiente di lavoro particolarmente difficile, perché “lo svolgimento della professione docente ha un carattere gravoso in tutti gli ordini di scuola, come si evince dagli studi sullo stress da lavoro correlato e bornout del dott. Lodolo D’Oria”.

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Assunzioni scuola, a Modena si selezionano docenti d’infanzia

Modena (foto: Wikicommons)

Prorogata la data di scadenza (al 28 novembre) di presentazione delle domande per la formazione di una graduatoria per prova selettiva finalizzata ad assunzioni di personale con contratto di lavoro a tempo determinato per il conferimento di incarichi e supplenze inizialmente pari o superiore a sessanta giorni a tempo pieno e/o parziale, nel profilo professionale di istruttore educativo, posizione di lavoro insegnante scuola dell’infanzia, categoria C, con riserva ai militari di cui agli articoli 678, comma 9, e 1014, comma 1, del decreto legislativo n. 66/2010.

Le domande presentate in occasione del precedente avviso, pubblicato on line in data 4 ottobre 2018 e nella Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» – n. 83 del 19 ottobre 2018 restano valide e pertanto non sara’ necessario presentare una nuova domanda di partecipazione.

Scadenza del termine per la presentazione domande: 28 novembre 2018.

Requisiti per l’ammissione

1. se conseguiti entro l’anno scolastico 2001/2002: diploma di maturita’ magistrale, maturita’ rilasciata dal liceo socio-psico-pedagogico, abilitazione all’insegnamento nelle scuole del grado preparatorio o diploma conseguito al termine del Progetto Egeria;
oppure
se conseguiti dopo l’anno scolastico 2001/2002: diploma di maturita’ magistrale, maturita’ rilasciata dal liceo socio-psico-pedagogico, abilitazione all’insegnamento nelle scuole del grado preparatorio o diploma conseguito al termine del Progetto Egeria, unitamente all’«Abilitazione specifica all’insegnamento nelle scuole materne statali»
oppure
laurea in Scienze della formazione primaria – indirizzo «scuola materna» o laurea in Scienze della formazione primaria a «ciclo unico» (LM-85 bis).

Titoli equipollenti, equiparati o riconosciuti ai sensi di legge (per i titoli di studio conseguiti all’estero e’ necessario essere in possesso, alla data di scadenza del bando, dell’equiparazione prevista dall’art. 38, comma 3, del decreto legislativo n. 165/2001);
2. cittadinanza di uno degli Stati membri dell’Unione europea o trovarsi nelle condizioni previste dall’art. 38, comma 1 e 3-bis del decreto legislativo n. 165/2001;
3. eta’ non inferiore ad anni 18 e non superiore a quella prevista dalle norme vigenti per il collocamento a riposo;
4. iscrizione nelle liste elettorali oppure, per coloro che non sono cittadini italiani, il godimento dei diritti politici negli Stati di appartenenza o di provenienza;
5. assenza da condanne penali che impediscano ai sensi delle vigenti disposizioni in materia la costituzione del rapporto di impiego con la pubblica amministrazione, anche con riferimento a quanto disposto al decreto legislativo n. 39/2014;
6. idoneita’ fisica a svolgere le funzioni di docente;
7. posizione regolare nei confronti del servizio di leva, per gli obbligati ai sensi di legge;
8. buona conoscenza della lingua italiana (per coloro che non sono cittadini italiani).
Scadenza per la presentazione delle domande 28 novembre 2018.
I colloqui sono previsti a partire dal 13 dicembre 2018.

Informazioni utili

Per informazioni e per copia integrale del bando e schema di domanda, rivolgersi al Comune di Modena, ufficio selezione e gestione del settore risorse umane e strumentali, via Galaverna, 8 – tel. 059/2032839-41-43-2914 o ufficio relazioni con il pubblico, p.zza Grande, Modena oppure consultare il sito internet del Comune di Modena: www.comune.modena.it

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Legge di Bilancio, M5S e Lega chiedono 1.200 docenti primaria in più al Sud. Anief: non bastano, sono un decimo del necessario

Anief Sciopero

Riceviamo e pubblichiamo.

Legge di Bilancio, M5S e Lega chiedono 1.200 docenti primaria in più al Sud per il tempo pieno e altri 2.000 per le sezioni Primavera all’infanzia. Anief: non bastano, sono un decimo del necessario

I partiti di maggioranza fanno a gara per far conoscere le loro richieste di modifica al disegno di legge sul “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021” AC n. 1334 e fanno sapere già da subito che potrebbero trovare il consenso del Ministero dell’Economia. Per la maggiorazione del tempo scuola nel Meridione, fanno sapere, servirebbero circa 45 milioni di euro. Secondo il giovane sindacato, la cifra impegnata per un’operazione così rilevante la dice tutta sulle priorità che si è dato il governo: siamo dinanzi all’ennesima manovra-spot. Marcello Pacifico, presidente Anief: 30 mila posti in più avevamo nel 2010. Solo per il Sud, ora servono altri 100 mila posti per ampliare gli organici differenziati. O si ha il coraggio di osare, come si è deciso di fare nella manovra economica 2019 finanziando 15 miliardi per il reddito di cittadinanza e l’anticipo pensionistico, oppure è meglio tacere.

Assumere 1.200 docenti nella scuola primaria in più al Sud e altri 2.000 nelle sezioni Primavera della scuola dell’infanzia: lo prevedono degli emendamenti alla Legge di Bilancio presentati in questi giorni dai parlamentari di Lega e M5S, dopo una cernita di tutte le richieste pervenute ultimamente e una scelta delle misure che potrebbero trovare il consenso del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Gli emendamenti dei partiti di maggioranza prevedono, riassume oggi Orizzonte Scuola, “più docenti al Sud: incremento di 1.200 posti dell’organico di diritto della scuola primaria. Una boccata di ossigeno per mobilità, assunzioni e far partire il tempo pieno nelle regioni del sud”. Per questa iniziativa, peraltro caldeggiata da tempo soprattutto dal Movimento 5 Stelle, servirebbero circa 45 milioni di euro”. Inoltre, verrebbero “2.000 posti in più per le sezioni primavera: l’idea iniziale era di 8.000 posti, ma costerebbe 300 milioni”.

Il termine per la presentazione degli emendamenti alla Commissione Bilancio scadrà giovedì prossimo. Entro quella data bisognerà trovare l’equilibrio tra tutte le esigenze della scuola e decidere quali portare avanti nell’immediato. Successivamente, l’iter di approvazione degli emendamenti prevede l’approdo ai gruppi parlamentari entro martedì 20, per poi essere votate dal giorno dopo: l’arrivo in Aula si materializzerà entro il 28 novembre. Subito dopo giungerà la votazione finale sul ddl AC n. 1334. Ad inizio dicembre, il testo approvato passerà a Palazzo Madama.

Secondo il sindacato Anief, poco più di 3 mila posti per un impegno doppio così rilevante – il tempo maggiorato di scuola al Sud e nelle Isole, oltre alle sezioni Primavera da attuare anche per quei due terzi degli istituti comprensivi dove oggi non vengono adottate – rischia di rappresentare l’ennesima manovra-spot: ne occorrono, infatti, dieci volte tanto.

“A nome dell’Anief – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato autonomo – dico basta a certi tipi di proposte che non rispecchiano il bene dei nostri alunni. L’ultimo rapporto Pirls parla chiaro: si deve ripristinare l’insegnamento per moduli, abbandonando le operazioni politiche di propaganda. Perché 30 mila posti in più avevamo nel 2010. Solo per il Sud, ora servono altri 100 mila posti per gli organici differenziati. O si ha il coraggio di osare, come si è deciso di fare nella manovra economica 2019 finanziando 15 miliardi per il reddito di cittadinanza e l’anticipo pensionistico, oppure è meglio tacere senza annunciare operazioni che di fatto lasciano le cose come stanno”, conclude Pacifico.

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Gilda, l’appello a Bussetti: “No a lotte tra precari”

aula generica esami maturità 2019

“È necessario che il governo vari un provvedimento ad hoc per salvaguardare i legittimi interessi dei precari con 36 mesi di servizio”.

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, interviene in merito alla norma contenuta nella legge di Bilancio che prevede un unico concorso ordinario per le scuole secondarie aperto a tutti i laureati e con soltanto un 10% di posti riservato ai precari non abilitati con 3 anni di insegnamento.

“Rispetto al vecchio decreto attuativo della legge 107/2015 che aveva istituito un concorso riservato ai precari con 36 mesi di servizio, la nuova norma è nettamente peggiorativa per questa categoria di docenti. Non dimentichiamo che, in base a una sentenza della Corte europea, è interdetta la reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi: serve, dunque, una soluzione urgente che regolarizzi la condizione lavorativa di questi precari di terza fascia che, altrimenti, rischiano di vedere vanificati anni di servizio”.

“La riserva del 10% non è affatto sufficiente per assorbire la vasta sacca di precariato che lo Stato ha alimentato per anni stipulando contratti a tempo determinato invece di assumere in pianta stabile gli insegnanti di cui la scuola aveva bisogno – afferma Di Meglio  -. Riteniamo, inoltre, inadeguato rispetto al problema e irrispettoso nei confronti dei docenti in questione intervenire con una norma all’interno di quel calderone che è la legge di Bilancio. Chiediamo, dunque, al ministro Bussetti di aprire un confronto sul tema con i sindacati, così da individuare insieme la soluzione migliore ed evitare ulteriori lotte intestine tra precari e guerre tra poveri”.

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Lezioni private, ecco perché secondo Bussetti vanno tassate

Marco Bussetti Miur Ministro

A decorrere dal 1° gennaio 2019, secondo il disegno di legge di Bilancio 2019, verrà applicata una tassazione delle lezioni private e delle ripetizioni.

Il testo, infatti, contiene una discussa disposizione in materia di tassazione per la quale al compenso derivante dall’attività di lezioni private e ripetizione, svolte dai docenti titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado, si applica un’imposta sostitutiva pari al 15%, salva l’opzione per l’applicazione dell’imposta sul reddito nei modi ordinari.

A difesa della “tassa sulle ripetizioni” interviene il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che ha illustrato la misura alla Commissione Cultura della Camera, nell’ambito dell’esame in sede consultiva del disegno di legge di bilancio.

“Si tratta – spiega Bussetti – di una misura di favore per i docenti fermo restando il prioritario impegno del ministero a ridurre, a monte, l’incidenza dei debiti formativi, attraverso i corsi di recupero e l’attività di sportello nonché grazie alle metodologie didattiche innovative in corso di diffusione nelle scuole. Le scuole organizzano corsi per tutti gli studenti che abbiano debiti formativi, grazie all’impegno dei docenti, che sono a tal fine remunerati”.

“Capita – continua – che alcune famiglie decidano, comunque, di far frequentare ai figli lezioni private, anche avvalendosi dell’opera di docenti delle scuole statali. I docenti possono svolgere queste lezioni, purché siano rivolte a studenti diversi dai propri, previa autorizzazione del dirigente scolastico, che si deve esprimere in merito alla compatibilità dell’attività con quella ordinaria”.

“I compensi percepiti concorrono a costituire il reddito imponibile e, quindi – conclude il ministro – sino ad oggi sono stati tassati all’aliquota corrispondente al reddito complessivo dei docenti”.

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Pensioni docenti, tutto pronto per l’invio delle domande on-line: si parte la prossima settimana

È iniziato il conto alla rovescia per tanti insegnanti, lavoratori Ata e dirigenti della scuola italiana: il Miur ha anticipato ai sindacati che per l’inizio della prossima settimana saranno attivate le funzioni delle istanze on line, con la scadenza per la presentazione delle domande attorno al 20 dicembre, quindi alcune settimane prima degli altri anni.

“Ma c’è poco da rallegrarsi – allerta l’ANIEF – perché sempre per via telematica la scorsa estate per circa 5 mila insegnanti la formalizzazione della richiesta si è concretizzata o è stata negata sul filo di lana, a causa di un cavillo burocratico che non permetteva di calcolare l’anzianità”.

“Inoltre – aggiunge il sindacato – poiché le nuove norme sull’anticipo pensionistico arriveranno solo con la Legge di Bilancio, è necessario che i 100 mila docenti e Ata interessati abbiano la possibilità di presentare la domanda, in via eccezionale, nelle prime settimane del 2019. Ma per Anief gli insegnanti dovrebbero poter lasciare con i requisiti precedenti alla riforma “Fornero” e il loro lavoro dovrebbe essere considerato gravoso in tutti gli ordini scolastici: a tale scopo, il sindacato ha fatto pervenire alla Commissione Bilancio della Camera degli specifici emendamenti al testo della manovra”.

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Università, sabato 17 novembre parte la mobilitazione dei ricercatori: si va verso lo sciopero

Anief Sciopero

“Il 17 novembre prenderà il via la protesta: la misura è colma e già si parla di sciopero della categoria, che bloccherebbe le università visto che la maggior parte dei corsi sono tenuti proprio da questa figura professionale, tanto importante per i nostri atenei ma allo stesso tempo sempre più bistrattata e senza diritti”. Lo annuncia, in una sorta di chiamata alle armi, l’ANIEF che chiama a raccolta i ricercatori delle università italiane.

“Sono passati due lustri – spiegano dal sindacato – da quando, con la Legge 1/09, il Governo iniziava l’anno con l’impegno di assumere nei ruoli dello Stato 6 mila ricercatori, per poi giungere alla messa ad esaurimento degli stessi (Legge 240/09) per ragioni di bilancio. Il risultato di tali disposizioni legislative è che oggi i ricercatori precari superano per numero i colleghi di ruolo“.

Ora, però, è proprio un emendamento proposto da Anief potrebbe riaprire i giochi e dare speranza a quei 20 mila ricercatori che dopo anni di ricerca, studio, formazione e insegnamento si aspettano di essere riconosciuti tali e assunti per rilanciare la cultura e la ricerca del Paese.

“Sui ricercatori, assegnisti e dottori di ricerca, e spesso anche sui giovani laureati, pesa la gran parte della ricerca – spiegano da ANIEF – e senza di essi persino la didattica non potrebbe essere gestita integralmente dagli atenei. Con la riforma delle abilitazioni nazionali, d’altronde, non si è risolto il problema del reclutamento per via delle stesse politiche di rigore che non permettono di assumere un professore associato o un ordinario che costa molto di più di un ricercatore a tempo determinato: il risultato di questa politica dissennata ora si sta materializzando. Le testimonianze di queste ore, di un astrofisico e di una archeologa, ricercatori quarantenni, che dopo anni di precariato si trovano con un contratto che non sarà rinnovato, quindi costretti a trovare un altro lavoro, sono la sintesi, oltre ai numeri, del decadimento della situazione”.

Ecco perché, quindi, il sindacato annuncia che da sabato prossimo scatta la protesta dei ricercatori, con alte possibilità che si traduca in uno sciopero nazionale, proprio nei giorni in cui il sindacato Anief ha proposto un emendamento all’articolo 32 della Legge di Stabilità, nel quale si chiede di assumere in deroga ai mille posti promessi dallo stesso testo.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “occorre, oggi più che mai, stabilizzare tutti i ricercatori a tempo indeterminato e creare un albo rispondente alla carta europea dei ricercatori da cui attingere per la chiamata diretta. Il nostro sindacato, quindi, si appella ai parlamentari perché la proposta Anief venga approvata”.