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Cosa hanno in comune Claudio Baglioni e Sfera Ebbasta?

Claudio Baglioni sulla sinistra, Sfera Ebbasta sulla destra

Da un lato abbiamo Claudio Baglioni, eroe nazionalpopolare, raffinato interprete della canzone italiana, probabilmente uno dei nomi più importanti dell’intero panorama nazionale, la voce che ha accompagnato la giovinezza di moltissimi con canzoni entrate nell’immaginario collettivo come Strada Facendo Mille giorni di me e di te. Dall’altro invece c’è Sfera Ebbasta, esponente di punta del trap italiano che fa strage tra i giovanissimi, tutto rime e tatuaggi. Due poli opposti, apparentemente senza punti di contatto. Cosa può mai accomunare Baglioni e Sfera?

Il fatto che sono i più amati da chi usufruisce del bonus cultura.

Baglioni, il più amato dai docenti

I dati li rende noti il presidente di Assomusica Vincenzo Spera durante un’audizione al Senato sull’utilizzo dei bonus cultura da 500 euro Carta del Docente 18app. Entrambi i bonus possono infatti essere utilizzati – tra le altre cose – per comprare biglietti per i concerti – attività di crescita e miglioramento culturale per entrambe le categorie destinatarie.

Così si scopre che con bonus cultura destinato ai docenti ad ogni anno scolastico, il concerto più acquistato è quello del mitico Claudio Baglioni. Seguono a ruota i Negramaro.

C’è spazio in questa particolare classifica anche per i musical, su tutti Mary Poppins e Romeo & Giulietta, e per il Cirque du Soleil.

Sfera Ebbasta re della 18app

Autodefinitosi “re della trap”, Sfera Ebbasta è sicuramente il re della 18app. Il bonus cultura da 500 euro destinato ai neomaggiorenni lo vede primo per ticket di concerti venduti, superando un altro nome storico della musica italiana quale Jovanotti.

I diciottenni hanno “staccato” 530mila biglietti di concerti circa grazie a 18app, di cui 200mila solo a partire dal 1 gennaio 2018 ad oggi. La spesa media – afferma sempre Spera elencando i dati in suo possesso – si aggira intorno ai 45 euro.

Come si possono spendere i bonus cultura?

I concerti sono solo uno dei modi in cui può essere speso il proprio bonus cultura. Ricordiamo che 18app e Carta Docente si distinguono per l’utilizzo che si può fare delle stesse: con il bonus destinato ai docenti si possono acquistare libri con Carta Docente, comprare tablet con Carta Docente PC con Carta Docente, visitare musei e partecipare a corsi di formazione. Mentre invece con 18app non è possibile acquistare materiale hardware.

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Kerch e Sarzana, due casi diversi ma una sola risposta: dialogo nelle scuole

Antonella Bozzaotra, presidente dell'Ordine degli Psicologi della Campania (foto: RoadTv)

In Crimea, a Kerch, un 18enne irrompe a scuola, piazza una bomba in mensa e poi con un fucile calibro 12 spara all’impazzata, poi si toglie la vita. Il bilancio è pesante: almeno 19 morti e 40 feriti, di cui 12 aggrappati per i capelli alla vita.

Poche ore prima, nel liceo Arzelà a Sarzana, terrore per una bravata che di “bravata” in realtà ha ben poco: 500 persone evacuate e 19 in ospedale per problemi respiratori perché un ragazzo ha spruzzato dello spray urticante in classe, di quelli al peperoncino che si usano per autodifesa.

Due casi vicini o lontani? Lo abbiamo chiesto ad Antonella Bozzaotra, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania.

Presidente, tra i due casi ci sono punti di contatto?

“Credo che i due episodi possano essere connessi solo per l’età degli autori e per il luogo dove sono avvenuti: sono di età giovane ed è successo a scuola. Ciò detto, possiamo riflettere sul fatto che il primo episodio può essere riferito a uno scherzo eccessivo, il secondo è dettato da un’ideologia, dal credere e avere valori per i quali si è disposti a dare la vita”. 

Quali sono i segnali d’allarme che possono lasciar presagire a atti simili, di tale portata? Ed è possibile prevenirli?

Solo i contesti di dialogo possono svolgere azioni di prevenzione. Per noi psicologi è quindi fondamentale abitare i contesti, uscire dalla logica del professionista che, chiuso nel suo studio, si occupa solo degli aspetti patologici e lavorare quotidianamente tra i cittadini per promuovere benessere“.

Cosa deve fare un insegnante quando ha il dubbio di avere a che fare con un ragazzo che può avere questo tipo di problemi?

Affrontare fenomeni complessi provando a racchiuderli in compartimenti stagni è un percorso sbagliato che non porta a nulla. Dobbiamo essere consapevoli che nessuna istituzione, associazione, ente o singolo cittadino può pensare di giocare e vincere questa battaglia da solo, ma serve mettere in comune le risorse e le competenze. Nel nostro caso, con la Settimana del benessere siamo entrati nelle scuole, abbiamo promosso momenti di confronto e riflessione con dirigenti scolastici, docenti, studenti e genitori. Siamo consapevoli che si tratta di un lavoro lungo e non facile, ma siamo altrettanto convinti che solo una rete sociale ampia e forte possa dare risposte organiche e strutturali“.

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Atlante 2018, un premio per i prof di medie e superiori

new york

In questi tempi difficili per gli insegnanti, è necessario “mostrare il valore dei docenti italiani, ribadire l’importanza di coloro che sostengono l’importante carico e impegno dell’istruzione dei ragazzi e offrono ai giovani le mappe per interpretare il mondo con cui dovranno misurarsi“.

Queste le motivazioni che hanno portato alla nascita di Atlante 2018 Italian Teacher Award. L’iniziativa è organizzata da United Network con la collaborazione di Repubblica.it.

A chi è rivolto il concorso

Possono partecipare a Atlante 2018 tutti i docenti italiani delle scuole medie e superiori italiane, senza distinzione tra paritarie che statali. Per farlo, i professori potranno pubblicare sul sito, nel periodo compreso tra il 15 ottobre 2018 e il 7 dicembre 2018 un testo con cui descrivono, in massimo 3000 battute, un proprio progetto didattico, o anche più d’uno, già realizzato a scuola negli anni precedenti con tanto di destinatari e risultati ottenuti

Qui il regolamento completo.

I premi

Ai primi sei insegnanti classificati verrà offerto un viaggio didattico a New York a fine febbraio 2019 di una settimana. Incluse nel viaggio le visite a realtà scolastiche della città americana esemplari sul piano della lotta alla dispersione scolastica e all’integrazione tra gli studenti, e a scuole attive sul piano dell’innovazione tecnologica e confronto con strumenti di innovazione didattica.

Ulteriori informazioni su Atlante 2018 Teacher Award.

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Numero chiuso abolito a Medicina: fattivamente impossibile (almeno per ora)

infermieri generica dottori

Una ottima analisi di Lorenzo Vendemiale su “Il Fatto Quotidiano” in qualche modo porta tutti coi piedi a terra, anche i più ferventi sostenitori dell’abolizione del numero chiuso a Medicina.

I fatti sono questi: un giorno, a sorpresa, in un comunicato del Consiglio dei Ministri compaiono due righe di dubbia provenienza.

“Si abolisce il numero chiuso nelle facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”.

Era una dichiarazione di intenti, in realtà. Almeno così l’hanno giustificata dopo i ministri BussettiGrillo: “Un percorso da iniziare già quest’anno per gradi“. In effetti, spararla così all’improvviso era un’audace prova di coraggio. Ma a cui i fatti non potevano mai seguire nell’immediato.

Riorganizzare l’università per il libero accesso a Medicina

Il giornalista del Fatto, per cercare di trovare un numero a cui far riferimento per dare le giuste proporzioni di cosa significherebbe aprire subito la facoltà di Medicina a tutti, recupera un dato emblematico: nel 2018 a fronte di 10mila posti disponibili (su per giù) le domande di iscrizione erano 67mila. E questo dato non tiene conto di chi al test d’ingresso a Medicina non ci arriva proprio, perché scoraggiato sul nascere. E ripiega su indirizzi diversi come professioni infermieristiche o biologia.

Gli atenei italiani, ad oggi, sono organizzati per gestire quel numero di iscritti (quando sono organizzati). Non certo sei volte tanto.

E le scuole di specializzazione?

De facto, il libero accesso a Medicina inoltre dovrebbe corrispondere al libero accesso alle scuole di specializzazione. Il rischio, come spiega bene Vendemiale, è che l’imbuto si formi poi più avanti nel tempo, e con l’aggravante di aver già investito tempo in una scelta professionale e di vita importante.

Quindi?

Quindi è difficilmente ipotizzabile che scompaia il numero chiuso già dal 2019. L’idea predominante è quello che l’Italia, almeno nell’immediato, si avvicini a un modello alla francese, con una sorta di test non di ammissione ma in itinere (dopo il primo anno di corsi).

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DSGA, Bussetti: “A breve il bando di concorso”

libero professionista scuola

Buone notizie per gli aspiranti Direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA): il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti ha infatti dichiarato che “in tempi molto brevi è in programma il concorso”.

“Concentrati per il prossimo anno”

Le affermazioni di Bussetti seguono una domanda a margine di un evento in cui il Ministro è stato interrogato sull’intervento di dirigenti provinciali per superare la carenza di personale scolastico. “Questo è già avvenuto – spiega Bussetti – per avviare l’anno scolastico 2018-19. Adesso siamo già concentrati per il prossimo. Sappiamo quali sono le mancanze, cominciamo ad intervenire per un reclutamento più massiccio e più distribuito e razionale per il personale amministrativo e non solo quello docente o dirigenziale”.

UDIR: “Istituti verso il collasso”

Ad anticipare il Ministro sull’argomento poche ore prima è stato l’UDIR, che in una nota stampa sottolineava i gravi problemi che i dirigenti scolastici si sono trovati ad affrontare in avvio di anno scolastico.

“In tantissime scuole – si legge – l’’anno scolastico è iniziato senza DSGA e alcuni istituti sono stati dati nuovamente a reggenza”.

L’emergenza sarda

La situazione, fanno notare, è critica soprattutto in provincia di Cagliari: “Numerosi istituti si avviano purtroppo al collasso, mentre i Dirigenti versano già in uno stato di prostrazione, preoccupati per una gestione impossibile e avviliti dal disinteresse e dall’inerzia totale dell’Ufficio Scolastico e Regionale e del Ministero che risultano informati della situazione. In una riunione di Ambito tenutasi due giorni fa, i Dirigenti delle scuole prive di DSGA, dopo avere evidenziato pure l’inattività dell’Amministrazione Regionale e del Ministero, hanno preso l’iniziativa di redigere una seconda nota da inviare al Direttore dell’USR e al Ministero per chiedere un incontro e una soluzione”.

Marcello Pacifico, presidente nazionale UDIR, afferma: “Siamo pronti a mandare ufficiale diffida all’USR Sardegna, all’AT di Cagliari e al Miur affinché provvedano all’individuazione ed alle nomine dei DSGA negli istituti della provincia di Cagliari che ne sono sprovvisti, nel rispetto dell’art. 14 del CCNI. Non è ammissibile questa situazione e ancora una volta siamo a fianco dei dirigenti scolastici e dei lavoratori della scuola tutti”.

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Eurispes: i NEET in Italia sono “un dramma”

Bandiera dell'Unione Europea Europa Unita

Non lavorano, non studiano, non si formano: in Italia la questione NEET assume i connotati di un dramma. Lo afferma L’Eurispes.it, il portale d’informazione nato in seno a Eurispes.

Chi sono i NEET

NEET è l’acronimo di Not in Employment, Education or Training. Questa sigla è utilizzata per indicare quella nuova, ampia fascia di popolazione che include i giovani con una età compresa tra i 15 ed i 24 anni che non lavorano, non studiano e non vogliono intraprendere attività formative.

Un fenomeno in costante ascesa, legato sicuramente alle congiunture del mondo moderno che oggi pongono in questa condizione 2,2 milioni di persone in Italia. In percentuale quasi il 25 percento. Detto ancora più semplicemente, 1 su 4.

Divario drammatico tra nord e sud

Se il dato italiano colloca l’intero Paese agli ultimi posti della classifica europea, a far ancora più riflettere è il dato interno. Se al nord si registra un drammatico 17 percento di NEET sul monte giovani, questa cifra raddoppia (e supera il 34 percento) al sud. E la forbice si è ulteriormente divaricata negli ultimi anni.

Tra le città metropolitane del Sud, percentuali preoccupanti a Palermo (41,5%) e Catania (40,1%), Messina (38,5%), Napoli (37,7%) e Reggio Calabria (36,8%).

Italia fanalino di coda dell’Europa intera

Con il 24,3 percento di giovani NEET, l’Italia si piazza all’ultima posizione in Europa. Il Belpaese riesce a far peggio di Cipro (22,7%), Grecia (21,4%), Croazia (20,2%) e Romania (19,3%). In questa particolare classifica il Paese virtuoso per eccellenza è l’Olanda, dove la percentuale di NEET si attesta intorno al 5,3 percento, seguito dopo pochi punti da Slovenia e Austria.

Il trend, però, è pericolosamente in crescita in tutto il Continente.

Chi è a rischio NEET

È stato rilevato da Youth Forum e da Eurofond che tra i ragazzi con una età tra i 15 e i 24 anni, quelli maggiormente a rischio Neet sono i soggetti che presentano delle disabilità, quelli con un background di immigrazione, i giovani con un basso tasso di istruzione o con un reddito familiare basso, con genitori disoccupati e con un basso livello di istruzione.

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Veneto, per il buono libri necessario il certificato di possesso di immobili

aula scuola generica

Il contributo regionale per l’acquisto di buoni libro in Veneto, per i cittadini non comunitari, passa per il certificato sul possesso di immobilipercezione di redditi all’estero rilasciato dalle autorità del Paese di provenienza. Lo riporta Rai News.

Dopo il caso di Lodi

La notizia segue quella di Lodi dove l’amministrazione comunale aveva richiesto documenti aggiuntivi per l’accesso alla mensa scolastica dei figli di non comunitari.

Il nodo della questione

La singolarità del caso, però, sta nel fatto che questa tipologia di normativa non è presente nella delibera di Giunta né tantomeno nel bando per la concessione di contributi, ma soltanto nelle su citate “istruzioni del richiedente”.

La denuncia

I consiglieri regionali Francesca Zottis e Claudio Sinigaglia del Partito Democratico hanno presentato un’interrogazione alla Giunta Regionale: “La Giunta faccia chiarezza sui contributi per il buono libri: la documentazione richiesta ai cittadini non comunitari sta provocando ritardi e disagi”. La certificazione richiesta ai cittadini extra Ue è “un passaggio obbligatorio – spiegano Zottis e Sinigaglia – che compare solo nelle istruzioni delle procedure web per la validazione delle domande alla Regione. Tuttavia la documentazione non serve in presenza di un’apposita convenzione tra l’Italia e lo stato di provenienza: bastano delle semplici dichiarazioni sostitutive. Ma le amministrazioni locali neanche sanno quali sono i Paesi con cui sono stati firmati questi accordi, oltre ad aver scoperto in ritardo la necessità di un ulteriore passaggio in quanto non c’era alcuna traccia nel bando. Non si può scaricare ulteriori incombenze e responsabilità sui Comuni. Senza considerare che si rischia di tagliar fuori dai contributi una buona fetta di cittadini non comunitari che invece avrebbe bisogno di un sostegno”.

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Scuola, l’apertura di Di Maio: “Lavoriamo insieme”

luigi di maio m5s

Ha fatto scalpore la protesta degli studenti a Torino, in occasione della prima manifestazione degli studenti di un autunno che promette di essere caldissimo sotto questo punto di vista. Ancor più caldo quando i manifestanti hanno dato fuoco in piazza a due manichini raffiguranti il Ministro dell’Interno Matteo Salvini e il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, entrambi vicepremier.

Se Salvini, come suo solito, non le manda a dire…

… da Luigi Di Maio invece arrivano parole di apertura.

Rispondendo infatti a degli studenti della Rete della Conoscenza che dopo la manifestazione dello scorso 10 ottobre hanno dedicato un video al leader pentastellato, Di Maio ha postato su Facebook un video di risposta, direttamente da un matrimonio di un suo amico.

“Non bisognava reagire ai manichini bruciati facendo sermoni ai ragazzi – spiega il vicepremier – Sono cose che non servono a niente. Volevo parlargli, gli ho fatto un invito: vediamoci, incontriamoci e mettiamoci al lavoro sulle cose che servono alla scuola. Sono contento che mi abbiano risposto subito. Propongo di vederci al Ministero, dove le porte sono sempre aperte, o se volete in una scuola o università così che ci possano essere più studenti, non solo i delegati. Chiamerò il ministro per l’Istruzione Marco Bussetti e verremo assieme”.

“Loro chiedono due cose – spiega Di Maio – in primis un codice etico per l’alternanza scuola lavoro, e hanno ragione: avete visto i ragazzi che andavano a friggere patatine da McDonald’s? O il rischio di finire in delle aziende che hanno dei legami con le organizzazioni criminali? Il codice etico è il minimo. Secondo me va ripensata tutta l’alternanza scuola lavoro. E poi più soldi per il diritto allo studio. Possiamo fare tantissimo e lo possiamo fare soltanto insieme”.

“Un rappresentante degli studenti – conclude Di Maio – proclama lo stato di agitazione permanente. Io spero che dopo il nostro incontro si possa dichiarare lo stato di partecipazione permanente“.

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Insegnanti di educazione fisica, 12mila posti per il nuovo maestro

Palestre scolastiche

Cambia il maestro di educazione fisica. O meglio, questa è l’intenzione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che è pronto ad assumere 12mila insegnanti per le scuole italiane.

Ma l’obiettivo è di più ampio respiro e si inquadra nel più di largo respiro progetto di rendere le scuole vive e attive durante tutto l’anno e anche in orario pomeridiano. I nuovi insegnanti di educazione fisica infatti viene assunto perseguendo l’obiettivo di – parole del ministro Marco Bussetti – “consentire alle scuole, il pomeriggio e durante le vacanze, di diventare centri sportivi scolastici”.

Per raggiungere quest’obiettivo, afferma Bussetti, serviranno 12mila nuovi docenti e un concorso ad hoc.

Le figure professionali ricercate

Saranno quindi ammessi al concorso gli insegnanti di scienze motorie. Si andrà prima a pescare nell’incarico disponibile per reperire i 12mila insegnanti, tra quelli abilitati all’insegnamento per la primaria e in possesso delle competenze richieste. Poi si procederà a specifico concorso.

I docenti così assunti andranno a lavorare anche nel periodo estivo e nei pomeriggi, perseguendo l’obiettivo del Ministero di una scuola sempre aperta e che sia attiva al pari di un centro sportivo scolastico.

Scienze motorie e pedagogia

Nell’obiettivo a lungo termine del Miur c’è un percorso di laurea apposito (almeno così sembrerebbe secondo indiscrezioni) in cui il maestro di educazione fisica acquisisca durante la sua formazione anche i giusti elementi di pedagogia atti a insegnare, così come gli altri professionisti del comparto scuola.

Non è assolutamente escluso che al futuro concorso non sia chiesto agli insegnanti di scienze motorie quindi di integrare già le loro competenze in materia.

 

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Cultura, Italia fanalino di coda per gli investimenti e resta il divario sugli stipendi rispetto all’UE

ccnl comparto scuola soldi

Gli investimenti in istruzione e cultura sono fondamentali. Dal Parlamento con le Commissioni Cultura di Camera e Senato abbiamo chiesto che in legge di bilancio ogni risorsa e ogni spreco risparmiato dai ministeri competenti siano reinvestiti sempre in Istruzione e Cultura, perché in Europa siamo ultimi in investimenti in Cultura e terzultimi in investimenti in Istruzione. Cultura e Istruzione generano lo sviluppo dell’immediato futuro”.

Parole di Luigi Gallo, presidente della VII Commissione Cultura della Camera.

Il parlamentare dice la sua quindi nella querelle del DEF e dei preoccupanti tagli che potrebbero incidere ancora sul comparto scuola e istruzione.

Parole e fatti

Il punto della questione resta più o meno questo: alle parole a tutela degli investimenti nella scuola pubblica sembrano non seguire i fatti, ossia i provvedimenti reali. Ma il problema esiste e non è un caso che lo stesso ministro del Lavoro Luigi Di Maio affermi:

“C’erano soldi che non si spendevano per l’alternanza scuola-lavoro, perché molti dirigenti e docenti si rifiutavano di mandare gli studenti a friggere le patatine da Mc Donald’s e fare finta di fare Alternanza scuola-lavoro. Abbiamo preso una parte di quei soldi che non si spendevano e abbiamo scongiurato l’abbassamento degli stipendi agli insegnanti”

Gli stipendi italiani e quelli stranieri

Quello degli stipendi dei docenti italiani resta un altro tema di scottante attualità. Non è certo notizia di oggi la disparità di trattamento tra gli insegnanti del nostro Paese e quelli del resto d’Europa.

A tal proposito, Forza Italia ha depositato un disegno di legge. Simona Vietina afferma:

“Cogliamo con favore l’interesse del vicepremier Di Maio che afferma la necessità di equiparare gli stipendi dei docenti italiani a quelli dei colleghi europei. Affermazioni che arrivano proprio a seguito del deposito della proposta di legge, di cui sono prima firmataria, per l’istituzione del tavolo tecnico per l’adeguamento del trattamento economico dei docenti di ogni ordine e grado. Auspichiamo, dunque, alla luce delle sue affermazioni, che la proposta di legge venga al più presto calendarizzata”.

A favore di un aumento degli stipendi del corpo insegnanti italiano si è schierato anche Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione.